Settembre,
andiamo. E’ tempo di tornare. Ed è tempo anche di occuparci della nostra pelle.
Le vacanze sono finite e, oltre a qualche bella foto, ci hanno lasciato in
ricordo delle macchie scure sulla cute? Niente paura, è un problema a cui si
può porre rimedio con i prodotti adeguati e la costanza nell’applicarli.
All’origine
della formazione delle macchie solari vi è un eccessivo accumulo di melanina,
il pigmento responsabile, insieme a carotene ed emoglobina, del colore della
pelle.
La
melanina è prodotta dall’enzima tirosinasi (1) a partire dalla tirosina (un
amminoacido) per effetto di un’ossidazione attivata dall’irradiazione
ultravioletta (in particolare UVA). Tale meccanismo fa parte del sistema di
autodifesa della pelle, la melanina è infatti un potente filtro solare, ed è
quello che ci permette di abbronzarci. Quando però tale processo non avviene
uniformemente su tutta la superficie del corpo esposta al sole, ma in maniera
più intensa in alcuni punti, si verifica la comparsa di antiestetiche macchie
scure.
Tra
le cause più comuni di questo tipo di iperpigmentazione, oltre all’esposizione
solare, si ritrovano fattori ormonali (gravidanza, assunzione di contraccettivi
orali), fattori genetici (che determinano per esempio le efelidi), la
produzione di radicali liberi legata all’età o a disfunzioni metaboliche, l’uso
di farmaci con azione fototossica o fotosensibilizzante.
Esiste
poi un altro tipo di macchie cutanee, che sono di natura ferrosa derivando da
accumuli di emoglobina sulla pelle.
Escluso
quest’ultimo caso, che richiede l’utilizzo di prodotti a base di chelanti del
ferro, i trattamenti dell’iperpigmentazione cutanea attualmente disponibili
sono svariati e si possono ricondurre sostanzialmente a 2 tipologie:
1) la riduzione attraverso peeling (chimico o
meccanico) dello strato cheratinocitico coinvolto nell’iperpigmentazione
2) l’inibizione della sintesi o dell’attività
enzimatica della tirosinasi con apposite creme o gel
In
tutti i casi, e soprattutto nelle ipercromie legate alla fotoesposizione, è
fondamentale la prevenzione, ovvero la fotoprotezione continuativa. Ciò
significa proteggersi sempre perchè, oltre che provenire dalla luce diretta del
sole, la radiazione UV può essere anche indiretta in quanto riflessa da vari
elementi dell’ambiente, quali la neve, l’acqua, la sabbia, l’erba, così come
altre superfici solide, nubi e particolato atmosferico.
Prima
di decidere il trattamento da adottare è bene considerare la profondità dell’accumulo
di pigmento, le macchie infatti possono avere localizzazione dermica,
epidermica o mista e più sono profonde più difficilmente scompariranno.
Attualmente
una delle soluzioni più efficaci è rappresentata dai depigmentanti con attività
inibitrice della tirosinasi (1). Tra i principi attivi noti il più potente è
l’idrochinone. L’uso cosmetico di questa molecola però non è più consentito nell’Unione
Europea, a causa di problemi di sensibilizzazione legati ad un utilizzo prolungato.
Sono
quindi stati ricercati altri principi attivi che potessero sostituire
l’idrochinone. Gli studi su derivati della liquirizia e sull’acido Kogico hanno
dato esiti poco soddisfacenti, mentre ottimi risultati si sono riscontrati con
l’arbutina.
L’arbutina
è una sostanza di origine naturale che si trova nelle foglie dell’Uva Ursina e
nelle sommità fiorite dell'Erica e di altre Ericaceae. E’ un glucoside
idrochinonico e la sua attività si esplica quando, per idrolisi, libera
idrochinone. L’arbutina può avere quindi un’efficacia pari a quella
dell’idrochinone ma una tossicità molto ridotta.
Il
potenziale tossico e irritante è ulteriormente diminuito quando l’arbutina è
complessata in nanostrutture quali ad esempio quelle costituite da β–ciclo
destrine (2). L’inclusione in questi sistemi inoltre incrementa l’efficacia del
principio attivo in quanto ne consente il rilascio graduale e controllato nel
sito d’azione.
Il
complesso arbutina- β–ciclo destrine (2) è alla base dei prodotti schiarenti Bioformula®
Bio Whitening Gel http://www.bioformula.it/ita/Prodotti/Linea_Dermocosmesi/Linea_Viso/dettaglio/BIOFORMULA_BIO_WHITENING_GEL.html e Bioformula® Bio Whitening Body Milk http://www.bioformula.it/ita/prodotti/Linea_Dermocosmesi/Linea_Corpo/dettaglio/BIOFORMULA_BIO_WHITENING_BODY_MILK.html.
L’uno per
il viso e l’altro per il corpo, rappresentano un sistema multifunzionale e
complesso efficace nel trattamento delle macchie scure della pelle di varia
origine. Sono stati formulati senza conservanti per ridurre il rischio di
irritazioni e sensibilizzazione. Contengono filtri solari che aiutano a
prevenire il riformarsi della pigmentazione e l’invecchiamento della pelle.
Si
consiglia pertanto il seguente trattamento operativo per giungere ad un’efficace
riduzione delle macchie in circa un mese:
A)
Far
eseguire un peeling leggero localizzato sulla macchia da trattare.
B)
Costantemente:
mattina, primo pomeriggio e sera, applicare uno strato di Bioformula®
Bio Whitening Gel sui punti trattati precedentemente.
C)
Proteggere
il Bioformula® Bio Whitening Gel con uno strato di Biosolar 50+,
particolarmente efficace contro la radiazione ultravioletta
1)
TIROSINASI:
La tirosinasi è un’enzima, una perossidasi specifica per la tirosina che, attraverso
vari passaggi, trasforma in melanina.
Esistono diversi tipi di tirosinasi tipiche
degli eucarioti, sono presenti sia in mammiferi ed altri vertebrati che in
funghi ed insetti. Ovviamente ciascuna delle tipologie di tirosinasi ha una sua
specificità ed attività. Così ad esempio la tirosinasi è un enzima essenziale
in larve di Tenebrio molitor per il passaggio di queste a pupa ed adulto, con
esoscheletro tipicamente nero per la presenza di tirosina.
Sempre la tirosinasi caratterizza
l’Aspergillus niger, con micelio nero, e ancora la tirosinasi è responsabile della
pelle nera e/o abbronzata dell’uomo. Tuttavia siamo di fronte a molecole che,
pur avendo la stessa funzione, hanno una struttura simile ma non identica. E’
pertanto ovvio e logico supporre che l’attività di questi enzimi sia bloccata
da specifici inibitori diversi fra loro. Così, ad esempio, l’acido Kogico è
stato scoperto per la prima volta in Aspergilus pallidum, che si diversificava
dal cugino niger per il micelio bianco anzichè nero. La melanina infatti non
veniva prodotta a causa dell’inibizione della tirosinasi dovuta alla presenza
di acido Kogico. Questa molecola, specifica sulla tirosinasi fungina, ha
attività scarsa o nulla sulle tirosinasi umane.
2)
β-CICLO
DESTRINA: Nano-strutture ottenute per via biologica per mezzo di un enzima di
tipo glicosidasi ciclico capace di trasformare l’amido in destrine cicliche.
Queste sono caratterizzate da una cavità al cui interno possono trovare rifugio
macromolecole come l’arbutina e vitamine, assicurandosi protezione ed un
rilascio graduale nel tempo. Infatti, a differenza di altre nano-strutture,
quali i liposomi, che hanno soprattutto la funzione di velocizzare ed incrementare
l’assorbimento cutaneo di principi attivi, le b-cilclo destrine regolano nel
tempo il rilascio delle molecole incluse proteggendole da fattori esterni. Sono
naturali e di origine vegetale.
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