mercoledì 21 settembre 2011

STOP ALLE MACCHIE!!!


Settembre, andiamo. E’ tempo di tornare. Ed è tempo anche di occuparci della nostra pelle. Le vacanze sono finite e, oltre a qualche bella foto, ci hanno lasciato in ricordo delle macchie scure sulla cute? Niente paura, è un problema a cui si può porre rimedio con i prodotti adeguati e la costanza nell’applicarli.
All’origine della formazione delle macchie solari vi è un eccessivo accumulo di melanina, il pigmento responsabile, insieme a carotene ed emoglobina, del colore della pelle.
La melanina è prodotta dall’enzima tirosinasi (1) a partire dalla tirosina (un amminoacido) per effetto di un’ossidazione attivata dall’irradiazione ultravioletta (in particolare UVA). Tale meccanismo fa parte del sistema di autodifesa della pelle, la melanina è infatti un potente filtro solare, ed è quello che ci permette di abbronzarci. Quando però tale processo non avviene uniformemente su tutta la superficie del corpo esposta al sole, ma in maniera più intensa in alcuni punti, si verifica la comparsa di antiestetiche macchie scure.
Tra le cause più comuni di questo tipo di iperpigmentazione, oltre all’esposizione solare, si ritrovano fattori ormonali (gravidanza, assunzione di contraccettivi orali), fattori genetici (che determinano per esempio le efelidi), la produzione di radicali liberi legata all’età o a disfunzioni metaboliche, l’uso di farmaci con azione fototossica o fotosensibilizzante. 
Esiste poi un altro tipo di macchie cutanee, che sono di natura ferrosa derivando da accumuli di emoglobina sulla pelle.
Escluso quest’ultimo caso, che richiede l’utilizzo di prodotti a base di chelanti del ferro, i trattamenti dell’iperpigmentazione cutanea attualmente disponibili sono svariati e si possono ricondurre sostanzialmente a 2 tipologie:
1)    la riduzione attraverso peeling (chimico o meccanico) dello strato cheratinocitico coinvolto nell’iperpigmentazione
2)    l’inibizione della sintesi o dell’attività enzimatica della tirosinasi con apposite creme o gel
In tutti i casi, e soprattutto nelle ipercromie legate alla fotoesposizione, è fondamentale la prevenzione, ovvero la fotoprotezione continuativa. Ciò significa proteggersi sempre perchè, oltre che provenire dalla luce diretta del sole, la radiazione UV può essere anche indiretta in quanto riflessa da vari elementi dell’ambiente, quali la neve, l’acqua, la sabbia, l’erba, così come altre superfici solide, nubi e particolato atmosferico.
Prima di decidere il trattamento da adottare è bene considerare la profondità dell’accumulo di pigmento, le macchie infatti possono avere localizzazione dermica, epidermica o mista e più sono profonde più difficilmente scompariranno.
Attualmente una delle soluzioni più efficaci è rappresentata dai depigmentanti con attività inibitrice della tirosinasi (1). Tra i principi attivi noti il più potente è l’idrochinone. L’uso cosmetico di questa molecola però non è più consentito nell’Unione Europea, a causa di problemi di sensibilizzazione legati ad un utilizzo prolungato.
Sono quindi stati ricercati altri principi attivi che potessero sostituire l’idrochinone. Gli studi su derivati della liquirizia e sull’acido Kogico hanno dato esiti poco soddisfacenti, mentre ottimi risultati si sono riscontrati con l’arbutina.
L’arbutina è una sostanza di origine naturale che si trova nelle foglie dell’Uva Ursina e nelle sommità fiorite dell'Erica e di altre Ericaceae. E’ un glucoside idrochinonico e la sua attività si esplica quando, per idrolisi, libera idrochinone. L’arbutina può avere quindi un’efficacia pari a quella dell’idrochinone ma una tossicità molto ridotta.
Il potenziale tossico e irritante è ulteriormente diminuito quando l’arbutina è complessata in nanostrutture quali ad esempio quelle costituite da β–ciclo destrine (2). L’inclusione in questi sistemi inoltre incrementa l’efficacia del principio attivo in quanto ne consente il rilascio graduale e controllato nel sito d’azione.
Il complesso arbutina- β–ciclo destrine (2) è alla base dei prodotti schiarenti Bioformula® Bio Whitening Gel http://www.bioformula.it/ita/Prodotti/Linea_Dermocosmesi/Linea_Viso/dettaglio/BIOFORMULA_BIO_WHITENING_GEL.html e Bioformula® Bio Whitening Body Milk http://www.bioformula.it/ita/prodotti/Linea_Dermocosmesi/Linea_Corpo/dettaglio/BIOFORMULA_BIO_WHITENING_BODY_MILK.html

L’uno per il viso e l’altro per il corpo, rappresentano un sistema multifunzionale e complesso efficace nel trattamento delle macchie scure della pelle di varia origine. Sono stati formulati senza conservanti per ridurre il rischio di irritazioni e sensibilizzazione. Contengono filtri solari che aiutano a prevenire il riformarsi della pigmentazione e l’invecchiamento della pelle.
Si consiglia pertanto il seguente trattamento operativo per giungere ad un’efficace riduzione delle macchie in circa un mese:
A)   Far eseguire un peeling leggero localizzato sulla macchia da trattare.
B)    Costantemente: mattina, primo pomeriggio e sera, applicare uno strato di Bioformula® Bio Whitening Gel sui punti trattati precedentemente.
C)   Proteggere il Bioformula® Bio Whitening Gel con uno strato di Biosolar 50+, particolarmente efficace contro la radiazione ultravioletta



1)    TIROSINASI: La tirosinasi è un’enzima, una perossidasi specifica per la tirosina che, attraverso vari passaggi, trasforma in melanina.
Esistono diversi tipi di tirosinasi tipiche degli eucarioti, sono presenti sia in mammiferi ed altri vertebrati che in funghi ed insetti. Ovviamente ciascuna delle tipologie di tirosinasi ha una sua specificità ed attività. Così ad esempio la tirosinasi è un enzima essenziale in larve di Tenebrio molitor per il passaggio di queste a pupa ed adulto, con esoscheletro tipicamente nero per la presenza di tirosina.
Sempre la tirosinasi caratterizza l’Aspergillus niger, con micelio nero, e ancora la tirosinasi è responsabile della pelle nera e/o abbronzata dell’uomo. Tuttavia siamo di fronte a molecole che, pur avendo la stessa funzione, hanno una struttura simile ma non identica. E’ pertanto ovvio e logico supporre che l’attività di questi enzimi sia bloccata da specifici inibitori diversi fra loro. Così, ad esempio, l’acido Kogico è stato scoperto per la prima volta in Aspergilus pallidum, che si diversificava dal cugino niger per il micelio bianco anzichè nero. La melanina infatti non veniva prodotta a causa dell’inibizione della tirosinasi dovuta alla presenza di acido Kogico. Questa molecola, specifica sulla tirosinasi fungina, ha attività scarsa o nulla sulle tirosinasi umane.

2)    β-CICLO DESTRINA: Nano-strutture ottenute per via biologica per mezzo di un enzima di tipo glicosidasi ciclico capace di trasformare l’amido in destrine cicliche. Queste sono caratterizzate da una cavità al cui interno possono trovare rifugio macromolecole come l’arbutina e vitamine, assicurandosi protezione ed un rilascio graduale nel tempo. Infatti, a differenza di altre nano-strutture, quali i liposomi, che hanno soprattutto la funzione di velocizzare ed incrementare l’assorbimento cutaneo di principi attivi, le b-cilclo destrine regolano nel tempo il rilascio delle molecole incluse proteggendole da fattori esterni. Sono naturali e di origine vegetale.

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